Mi riesce difficile scrivere su mio figlio Riccardo, perchè mi coinvolgono tanti sentimenti; vorrei dire tante cose, ma poi non so da che parte cominciare: avrei voluto inviargli una lettera, ma poi .. iniziare con “Caro Riccardo” mi è sembrato così anonimo… che ho desistito.
Riccardo è nato a Lione (Francia) il 22 marzo 1985, dopo ben 11 anni di matrimonio e dopo che la perdita di tre sorelle, mai nate, avevano lasciato già un segno di sofferenza indicibile ed un desiderio fortissimo di riversare su di lui tutto l’Amore che una madre può avere dentro dopo tanti anni di attesa e di sconfitte. Fin dall’inizio Riccardo si è presentato come un ragazzo speciale, forse aveva avvertito fin da prima della sua nascita la mia sfida ad un destino avverso, che certamente ha contribuito a sviluppare in lui una sensibilità ed una perspicacia nel comprendere l’animo umano e le sue emotività, in modo fuori del normale.
Ricordo una volta, poteva avere tre anni, la sua maestra rimase impressionata nel vedere che era andato nel bagno a prendere una salvietta per asciugare le lacrime di un suo compagno che piangeva. A volte mi colpiva la sua perspicacia nel sapere leggere nel pensiero dei suoi compagni, nel sapere interpretarne i sentimenti, le emozioni.
Era buono Riccardo, ma forse troppo sensibile e questo gli creava una grande sofferenza, perchè non riusciva a vivere la vita in modo superficiale, godendo dei momenti leggiadri che la vita può offrire ad un ragazzo della sua età: Lui voleva sempre capire, e questo lo portava a vedere la vita in modo diverso dai suoi compagni, a non sentirsi accettato da loro ed in realtà negli ultimi periodi è stato così, il che ha determinato una grande chiusura verso il mondo, verso la vita stessa.
Ricordo di una volta in cui, poteva avere 16 anni, ci stavamo recando a Roma con un suo amico di 15, che da poco aveva perso la mamma. Il suo amico era triste, il padre, che era con noi, non sapeva darsi una spiegazione. A Riccardo bastò guardare il suo amico negli occhi, per dire al padre che soffriva perchè avrebbe rivisto la casa di Roma per la prima volta dopo la morte della madre. Il che la dice lunga sulla sensibilità di Riccardo e sul suo modo di percepire gli altri.
Riccardo era un ragazzo particolare, descriverlo, per me che sono la mamma è difficile, a molti non piaceva magari perchè poteva sembrare triste, taciturno, a volte sgarbato, ma chi lo ha conosciuto in modo profondo sa che era un ragazzo, sa che aveva un modo particolare di volere bene, lui metteva tutto stesso nel donarsi ad un amico, per poi magari restare deluso. Ma lui minimizzava, non voleva farmelo intendere, non voleva che io soffrissi per la sua sofferenza.
E’ difficile descrivere mio figlio, a volte mi faceva tanto disperare perchè non mi stava mai a sentire quando lo esortavo a studiare, ad essere diligente, ad avere più fiducia in sè stesso … urlavo tanto con lui, ma so che era unico ed oggi mi manca da impazzire quel suo modi di starmi sempre appiccicato alle costole, quel suo modo unico di appoggiarsi con il gomito sulla mia spalla quando camminavamo insieme per strada che ancora oggi lo sento, lo vedo gli parlo, piango, mi dispero, lo maledico perchè è andato via e lui mi ascolta e mi rassicura.
Non potevo non ricordalo e farlo ricordare che con una Fondazione ” Il meglio di te”, che porta un aiuto a ragazzi che, come lui, soffrono ed hanno bisogno di chi li ascolti e dia loro aiuto. Aiutando loro aiuto Riccardo, mio figlio.
Fulvia Russo
Presidente della Fondazione
“Il meglio di te – ONLUS”
in ricordo di Riccardo Di Chiara